(in Italian)
Mentre Luca de Biase ci ricorda una verità lapalissiana ...
«Un meraviglioso dibattito sul New York Times che riguarda come i politici superano gli scandali di tipo pruriginoso. Chiedono scusa, si dimettono, si fanno perdonare. Ma nessuno fa finta di niente, in America.»
... Alessandro Gilioli ci mette di fronte a una realtà che molti non hanno colto.
«Siamo stati abituati a pensare - forse a scuola, quando ci spiegavano il fascismo - che la democrazia o c’è o non c’è. Cioè: o si vive in una dittatura, con la polizia che va nelle case degli oppositori e li trascina in galera, oppure si gode pienamente della libertà, del pluralismo, dei diritti di informazione ed espressione.
Quello che sta succedendo in questi mesi in Italia dimostra che siamo stati abituati a pensare male, o almeno in un modo vecchio.
Dittatura e libertà non sono più concetti on/off, ma poli estremi di una linea con molte fermate intermedie, concetti limiti opposti con tantissime vie di mezzo.
[...]
I giornali di destra - compreso il fighetto Foglio - sbeffeggiano a piene mani quelli che parlano di nuovo fascismo, perchè guardate quanti giornali d’opposizione, quanti siti e quanti blog, e quanta libertà d’espressione.
Certo, certo, questo non è il fascismo che conosciamo, non c’è l’Ovra, né il confino a Ventotene e nemmeno l’olio di ricino.
E’ un’altra cosa, molto più light, e il capo ha consenso popolare, eccetera.
Ma tanto bella da vedere, e da vivere, non è.»
Io ricordo dei versi tratti dal pensiero di Martin Niemoller.
«Prima di tutto vennero a prendere gli zingari
e fui contento, perchè rubacchiavano.
Poi vennero a prendere gli ebrei
e stetti zitto, perchè mi stavano antipatici.
Poi vennero a prendere gli omosessuali,
e fui sollevato, perchè mi erano fastidiosi.
Poi vennero a prendere i comunisti,
ed io non dissi niente, perchè non ero comunista.
Un giorno vennero a prendere me,
e non c'era rimasto nessuno a protestare.»
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