Tuesday 15 October 2013

Il prestigio è volato in cielo

Cinque anni e mezzo fa lo conobbi, e ci avventurammo insieme alla scoperta del Web 2.0. Mi insegnò, tra le altre cose, che tutti saremmo presto stati su Google, volenti o nolenti, ed era quindi molto meglio dire noi stessi chi eravamo. "Non lasciare che un algoritmo dica chi sei", mi disse. Da cui il sottotitolo di questo blog, nato con e grazie a lui.

Oggi ci ha lasciato, per evangelizzare anche il Paradiso dopo aver contribuito a rendere migliore questo mondo.

Addio Marco, @funkysurfer, funkyprofessor.

Friday 8 June 2012

Doomsday is coming, time to build our future

Doomsday seems to be closing in. The cream of financial analysts, investors and management consultants all agree that the financial crisis is deep and inevitable, and will have effects for many years to come - irrespective of what happens to Greece now, and [insert your favourite next here] later.

Time to despair, flee, hide? No.

In 1942, Mario Capecchi was a four-and-a-half year old orphan, left to fend for himself on the streets of northern Italy during World War II, living in various orphanages and roving through towns with groups of other homeless children, and almost died of malnutrition and typhus. By any means, he was in a much worse situation than any reader of this blog.

In 2007, shortly before his 70th birthday, Mario Capecchi won the Nobel Prize in Physiology or Medicine.

It's time to build our future.

(For those who'd like to know more about the remarkable life of this amazing man, here is an interview with Italian newspaper La Repubblica, and here is his first interview after being awarded the Nobel Prize with the editor-in-chief of nobelprize.org)

Thursday 24 May 2012

My Zero G

Supercool!

Friday 23 September 2011

Gentile Presidente Moratti

(da Libero di oggi)

Gentile presidente Moratti,

sono allarmatissimo per le sorti della sua Inter. È successo difatti che le abbiate buscate più volte in quest'ultime settimane, ciò che vi era successo spesso fino a quando non eravate riusciti a sgominare nel 2006 «l'associazione a delinquere» che falsava i tornei a favore della Juve. Prima che scendessero in campo Guido Rossi, un eccellente magistrato milanese che confessava di non sapere nulla di calcio, e il tenente colonnello Auricchio, era per voi impossibile vincere: i delinquenti filo-juventini compravano tutto e tutti.

E che altro potevano fare con le squadrette che si ritrovavano? Dopo che giustizia (sportiva) è stata fatta, dopo il 2006, dopo che il compito di fare i gol lo avete affidato a Ibrahimovic e non più a Recoba, è stata per voi una passeggiata trionfale. E questo fino all'anno mirabile del "triplete", un'impresa sportiva dinnanzi alla quale non finirò mai di togliermi il cappello. Così come sempre mi sono tolto il cappello innanzi alle grandi vittorie dell'Inter di Peppin Meazza, di Giacinto Facchetti, dell'Inter dell'anno trapattoniano.

Bene, e adesso che succede? Possibile che voi perdiate sul campo, che prendiate più pappine di quanto riuscite a metterne dentro? Impossibile, e a meno di una spiegazione. E cioè che l'«associazione a delinquere» moggiana ha rialzato la testa. Hanno ricominciato a telefonare a tutto spiano - forti di schede svizzere o altre - ad arbitri e designatori e quant'altro, telefonate da cui si guardavano bene i dirigenti delle altre grandi squadre.

Da come lei ha ripetutamente raccontato la storia del calcio italiano recente, e cioè che nei tornei in cui arrivavate quinti o anche ottavi, era tutta colpa delle malefatte di Moggi. E dunque perché non dovrebbe essere così anche oggi? Se le avete buscate è perché qualcuno ha telefonato a vostro danno. È vero che lei si è già premunito assumendo uno dei migliori allenatori italiani, quel Mister Ranieri al quale vanno i miei saluti fraterni oltre che la gratitudine per quel che è riuscito a spremere in due anni da un rinsecchito limone juventino. Ma Ranieri non basta. Ci vuole Auricchio, di cui spero che nella vostra bacheca la foto si stagli accanto a quella di "Veleno" Lorenzi e di cento altri vostri campioni. I gol che vi hanno assicurato il vostro quattordicesimo scudetto li ha fatti lui, mica Recoba. Sguinzagli Auricchio, gentile presidente.

A meno che il calcio non c'entri niente affatto con le telefonate di chicchessia a chicchessia. Forse il calcio sta semplicemente nel fatto che undici neri vanno contro undici bianchi, e ci sono anni in cui vincono i neri perché sono più forti, e anni in cui vincono i bianchi perché sono più forti. Anni in cui vinsero Luisito Suarez e Sandro Mazzola e Armando Picchi e Mariolino Corso, perché in campo non c'era nessuno alla loro altezza. L'anno in cui la Juve di Fabio Capello arrivò a 91 punti, perché non c'era squadra italiana che non venisse "asfaltata" da quei fuoriclasse che poi si giocarono in famiglia la Coppa del mondo. L'anno in cui Milito e soci hanno sommato tre grandi vittorie, e non c'era trippa per nessun altro.

Succede poi nel calcio vero, non quello millantato al telefono, che le generazioni si esauriscano e restituiscano il bastone del comando. Si esaurì la generazione degli juventini campioni del mondo nel 1982. Si esaurì la generazione stellare di giocatori milanisti modellati da Arrigo Sacchi. S'è forse esaurita, gentile presidente, la magnifica generazione dei vostri campioni di questi ultimi anni. Succede. È il calcio, quello vero.

E quanto a telefonate, e per quel poco che contano, sarà divertente ascoltare la telefonata tra un designatore e un arbitro alla vigilia di un memorabile Inter-Juve di alcuni anni fa. La telefonata che la difesa di Moggi esibirà al processo di Napoli nell'udienza di martedì 27.

Auguri, gentile presidente. Quanto al torneo in corso, vinca il migliore..

Com'è sempre stato.

Giampiero Mughini

Thursday 15 September 2011

Welcome home, Juventus

Highlights of a memorable night for a legendary club. Andrea Agnelli's welcome. Boniperti and Del Piero: Juventus history since 1946. An amazing array of Juventus legends since 1942, all together on the same pitch. Historic match with Notts County, the oldest professional club in the world and 'fathers' of the black-and-white jerseys.

 
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