Cry d'Er - Bellalui, 1968-2009
Friday, 11 December 2009
Saturday, 28 November 2009
Sleeping beauty (Un amaro confronto, Part V)
At TEDIndia, Hans Rosling provides a superb bird's eye view of social and economic progress since 1858. The overarching question is "when will India and China overcome the United States and United Kingdom in terms of income per capita and life expectancy?". (Soon, but don't get scared just yet)
Since Italy has been lagging all countries above in the last decade, our turn will be earlier...
...unless we stop pretending and get moving.
Sunday, 8 November 2009
A wonderful country
Massimo Mantellini says (my quick translation, powered by Google):
«We are a wonderful country. Only in a wonderful country can the Government justify its failure to allocate funds to broadband by saying that technological development, a priority everywhere else deemed essential to overcome the crisis, will be the top priority for the Government immediately after the crisis is over. What's more, the Government can comfortably express these concepts, without anyone asking why the bridge between Calabria and Sicily and the new motorways in Lombardy (over 4.1 billion Euros approved in the same meeting in which the 800 million Euros for broadband were blocked) weren't similarly postponed.
We are also wonderful for other reasons. Firstly, because the stop-and-go over the last few months between the Government and the Telcos, who are anxious to get their hands on public funds for broadband, ends with the Government not even slightly embarrassed of having made promises that vanished in thin air. We are also wonderful because the Employers' Association one day yells for the abolition of the IRAP tax, and the next day is shocked at the lack of investment in broadband, following the very convenient argument that everything is equally urgent, as long as the money is not theirs. And we are wonderful even thanks to the political opposition, who rant today about inadequate investments in innovation by the Berlusconi government, forgetting their own, absolutely identical, shortcomings less that two years ago.
The situation is what we're accustomed to: an overwhelming predominance of words over facts and a tedious uniformity of views on issues that would instead require creativity and a search for discontinuity.
And the context is that of a country that is far from a virtuous path of innovation not so much because of infrastructure, but rather in its values and ideals. The overwhelming assumption, widespread at all levels, is that the day in which 100% of people will be reached by broadband, the issue will be definitively resolved. We bask in the sociological analysis of so-called "digital natives", as if to say "look, maybe today the landscape is bleak, but tomorrow's adults, who grew up in the era of the Internet, will have other needs and other expectations". Are we really confident that this will happen? We suggest to the many enthusiastic supporters of "digital nativity" that they visit a university, where those young people who grew up with e-mail and YouTube spend most of their time, to get an idea of the level of "technological culture" of this country. They would go home with somewhat less confidence.
The 800 million Euros for broadband are indeed important and the recent decision of the Berlusconi government is consistent with the usual myopia to which Italian politics has accustomed us over the last decade. Nothing that we haven't already seen, nothing that was not reasonably expected. But the latest Government's decision worsens only minimally the gigantic problem of a nation that has the same love for technology of that of cats for water.
We need long-term policies centered on schools and technological literacy, we need authentic information about the value of the Internet, we need incentives targeted at families to address the cultural impasse of the 50% of Italians that continually upgrade their expensive smartphones and still don't have a computer at home. We need to talk about the Internet, even on TV, as the great opportunity that it is. And then of course we also need better infrastructure, but without deluding ourselves that the problem lies all there.»
Yes, we can?
Monday, 2 November 2009
Aspettando la terza stella
«Al prossimo scudetto ci sarà la terza stella perchè gli scudetti per noi sono e saranno 29» (J.C. Blanc)
«Eh sì, aspettiamo la terza stella» (J. Elkann)
Del resto, l'avevano già detto 18 mesi fa (al minuto 3:26, da ju29ro), e nessuno può proibircelo.
PS Aspettiamo fiduciosi il processo di Napoli, tenendo d'occhio quello che succede a Roma.
Wednesday, 28 October 2009
Io sto con me
I Ratti della Sabina, Chi arriva prima aspetta (A passo lento, 2006)
Oggi è tempo di darsi da fare
giorni interi e notti lì a pensare
a qual è il modo per migliorare questa vita
e il tempo che deve venire
e il tempo che deve venire
C'è chi corre per il posto migliore
e chi suda per dimagrire
c'è chi progetta il viaggio perfetto
e non si è ancora accorto
che l'estate sta per finire
che l'estate sta per finire.
Io sto con chi cammina piano
perchè guarda intorno
con chi sorride ogni volta
che arriva il giorno
e non importa se ogni tanto
salto il turno
perchè mi sembra chiaro che
perchè è dimostrato che
chi arriva prima aspetta la la la...(x5)
Oggi è tempo di farsi notare
notti lunghe e giorni a ragionare
su quale giocattolo comprare per poter stupire
e non aver niente da desiderare
e non aver più niente da ividiare
Io sto con chi i sogni se li fa a mano
perchè c'è più gusto
con chi non sa il prezzo delle emozioni
e non se l'è mai chiesto
e arrivo sempre sempre in ritardo
con l'orologio guasto
perchè mi sembra chiaro che
perchè è dimostrato che
chi arriva prima aspetta la la la...
Io sto con chi cammina piano
perchè guarda intorno
con chi sorride ogni volta
che arriva il giorno
e non importa se ogni tanto
salto il turno
perchè mi sembra chiaro che
perchè è dimostrato che
chi arriva prima aspetta la la la...(x5)
Sunday, 25 October 2009
Il futuro dei media è fare le cose bene
(in Italian)
Discorso magistrale di Luca Sofri a Venice Sessions #4.
Queste sono le slide viste rapidamente durante il discorso...
...e qui trovate il testo completo che si era preparato (l'appuntone, come lo chiama lui).
Lettura obbligatoria per tutti i giornalisti, aspiranti e affermati...IMHO.
Monday, 12 October 2009
Più intelligente che bella (Un amaro confronto, Part V)...
...lo era di sicuro Lady Margaret Thatcher, che nel 1981 (grazie Ilan) disse:
«For me, pragmatism is not enough. Nor is that fashionable word, “consensus”...To me, consensus seems to be the process of abandoning all beliefs, principles, values and policies in search of something in which no one believes, but to which no one objects, the process of avoiding the very issues that have to be solved, merely because you cannot get agreement on the way ahead. What great cause would have been fought and won under the banner “I stand for consensus”?»
Una delle migliori premier degli ultimi 150 anni, IMHO.
Tuesday, 6 October 2009
Diamoci una mossa (Un amaro confronto, Part IV)
Il 22 settembre (due settimane fa) il Presidente del Consiglio ha dichiarato:
«Usciremo dalla crisi prima e meglio degli altri»
Il 1 ottobre (9 giorni dopo), il Fondo Monetario Internazionale pubblica le nuove previsioni di crescita economica. noiseFromAmeriKa ne dà conto:
«Come già previsto nel 2008, quest’anno la Grecia ha sorpassato l’Italia in reddito pro-capite.»
«Dalle stime del Fondo Monetario risulta che entro l’anno prossimo (il 2010) la Slovenia supererà l’Italia in reddito pro-capite.»
Del resto, il 16 settembre (8 giorni prima) Stefano Quintarelli aveva illustrato, dati OCSE alla mano, che:
«Nel 1991 il nostro PIL procapite era, a parità di potere di acquisto, il 18% più alto del 2007.»
(Negli ultimi 18 anni siamo diventati più poveri, mentre gli altri paesi europei sono cresciuti. Eravamo davanti a Francia, Germania e Regno Unito, dietro solo alla Germania, e molto al di sopra della media dell'Unione Europea.)
«Abbiamo retto bene fino al 2001, poi c'è stato il tonfo.»
(Oggi siamo dietro a tutti i Paesi citati, e ben al di sotto della media dell'Unione Europea.)
Io, nel mio piccolo, avevo notato in prima persona come il Laos avesse fatto passi da gigante negli ultimi 3 anni.
Stiamo diventando più poveri, mentre il resto del mondo - Unione Europea, ex paesi comunisti, Sud Est asiatico, per non parlare di Cina, India e Brasile - cresce.
Non sarebbe il caso di prenderne coscienza tutti quanti (non solo io) e darci una mossa?
Thursday, 1 October 2009
This is even better
A great moment of sport, and an example to football fans worldwide.
Even better than this other amazing scene, posted a few days ago.
Besides the fantastic atmosphere throughout, at 2:08 there's a very powerful symbol of sportsmanship (the one also shown in the preview frame above).
Saturday, 26 September 2009
Cercasi Don Chisciotte...
Francesco Guccini, Don Chisciotte (Stagioni, 2003)
«Don Chisciotte:
Ho letto millanta storie di cavalieri erranti,
di imprese e di vittorie dei giusti sui prepotenti
per starmene ancora chiuso coi miei libri in questa stanza
come un vigliacco ozioso, sordo ad ogni sofferenza.
Nel mondo oggi più di ieri domina l'ingiustizia,
ma di eroici cavalieri non abbiamo più notizia;
proprio per questo, Sancho, c'è bisogno soprattutto
d´uno slancio generoso, fosse anche un sogno matto:
vammi a prendere la sella, che il mio impegno ardimentoso
l'ho promesso alla mia bella, Dulcinea del Toboso,
e a te Sancho io prometto che guadagnerai un castello,
ma un rifiuto non l'accetto, forza sellami il cavallo !
Tu sarai il mio scudiero, la mia ombra confortante
e con questo cuore puro, col mio scudo e Ronzinante,
colpirò con la mia lancia l'ingiustizia giorno e notte,
com'è vero nella Mancha che mi chiamo Don Chisciotte...
Sancho Panza:
Questo folle non sta bene, ha bisogno di un dottore,
contraddirlo non conviene, non è mai di buon umore...
E' a più triste figura che sia apparsa sulla Terra,
cavalier senza paura di una solitaria guerra
cominciata per amore di una donna conosciuta
dentro a una locanda a ore dove fa la prostituta,
ma credendo di aver visto una vera principessa,
lui ha voluto ad ogni costo farle quella sua promessa.
E così da giorni abbiamo solo calci nel sedere,
non sappiamo dove siamo, senza pane e senza bere
e questo pazzo scatenato che è il più ingenuo dei bambini
proprio ieri si è stroncato fra le pale dei mulini...
E' che sono più realista mi accontento di un castello.
Mi farà Governatore e avrò terre in abbondanza,
quant'è vero che anch'io ho un cuore e che mi chiamo Sancho Panza...
Don Chisciotte:
Salta in piedi, Sancho, è tardi, non vorrai dormire ancora,
solo i cinici e i codardi non si svegliano all'aurora:
per i primi è indifferenza e disprezzo dei valori
e per gli altri è riluttanza nei confronti dei doveri !
L'ingiustizia non è il solo male che divora il mondo,
anche l'anima dell´uomo ha toccato spesso il fondo,
ma dobbiamo fare presto perché più che il tempo passa
il nemico si fa d'ombra e s'ingarbuglia la matassa...
Sancho Panza:
A proposito di questo farsi d'ombra delle cose,
l´altro giorno quando ha visto quelle pecore indifese
le ha attaccate come fossero un esercito di Mori,
ma che alla fine ci mordessero oltre i cani anche i pastori
era chiaro come il giorno, non è vero, mio Signore ?
Io sarò un codardo e dormo, ma non sono un traditore,
credo solo in quel che vedo e la realtà per me rimane
il solo metro che possiedo, com'è vero... che ora ho fame !
Don Chisciotte:
Sancho ascoltami, ti prego, sono stato anch'io un realista,
ma ormai oggi me ne frego e, anche se ho una buona vista,
l'apparenza delle cose come vedi non m'inganna,
preferisco le sorprese di quest'anima tiranna
che trasforma coi suoi trucchi la realtà che hai lì davanti,
ma ti apre nuovi occhi e ti accende i sentimenti.
Prima d'oggi mi annoiavo e volevo anche morire,
ma ora sono un uomo nuovo che non teme di soffrire...
Sancho Panza:
Mio Signore, io purtoppo sono un povero ignorante
e del suo discorso astratto ci ho capito poco o niente,
ma anche ammesso che il coraggio mi cancelli la pigrizia,
riusciremo noi da soli a riportare la giustizia ?
In un mondo dove il male è di casa e ha vinto sempre,
dove regna il "capitale", oggi più spietatamente,
riuscirà con questo brocco e questo inutile scudiero
al "potere" dare scacco e salvare il mondo intero ?
Don Chisciotte:
Mi vuoi dire, caro Sancho, che dovrei tirarmi indietro
perchè il "male" ed il "potere" hanno un aspetto così tetro ?
Dovrei anche rinunciare ad un po' di dignità,
farmi umile e accettare che sia questa la realtà ?
Insieme:
Il "potere" è l'immondizia della storia degli umani
e, anche se siamo soltanto due romantici rottami,
sputeremo il cuore in faccia all'ingiustizia giorno e notte:
siamo i "Grandi della Mancha",
Sancho Panza...e Don Chisciotte ! »
...di Sancho Panza ne abbiamo in abbondanza.
Saturday, 19 September 2009
Saturday, 12 September 2009
Pause, rewind. Listen, then play again. Louder.
This has been the first real pause since the beginning of this blog. It's not that I've had nothing to say. On the contrary.
I saw first hand how the global recession, kicked off by the subprime crisis in the U.S. in 2007, is now determining the crops grown by Akha people in northern Laos, close to the Chinese border. Quite simple really (slowdown of the automotive industry and of private spending, reducing demand for tyres, less consumption of rubber by Chinese tyre factories, less need for them to look as far afield as Laos for rubber trees...) but still quite startling if you think Akha people live in remote hillsides, earn their living from rice and sugar cane on the local market, and have no access to the news since they only speak Akha, of which there is no written alphabet. It goes without saying that they wouldn't know what you are talking about if you mentioned CDOs, credit crunch, G8 and G20, GM/Chrysler rescue, Lehman Brothers bankruptcy, etc.
Luckily, they have grown an alternative source of income with sustainable tourism, thanks to excellent work over 10 years from GTZ, the German cooperation agency. Allowing a limited number of tourists in their villages (and only one day a week,) and managing the tours themselves, should hopefully enable them to preserve their way of life while opening up to visitors, and save them from the fate of other native populations, many of whom have all but disappeared.
A little more than 200km south of the Akha villages (a 12 hour mostly off-road drive) lies Luang Prabang. Three years ago, this was a town undergoing reconstruction thanks to international aid, with a few decent hostels here and there...and a great atmosphere. Today, it has flourished: the street market has been moved south to give it more space, local shops have sprung up selling all sorts of local goods, there's plenty of accomodation of all sorts...and free wi-fi in many cafés and hostels. IMHO this is what progress and development is about, although plenty remains to be done.
A sad comparison to back home, where free wi-fi for tourists and visitors is unheard of, despite tourism being a pillar of our economy. Just one small symptom of the structural decline Italy is experiencing since the beginning of the decade, not just against emerging markets like China but also against all our Western peers. Adding insult to injury, our leaders don't seem to notice or even suggest the worst is over, despite plenty of early warnings that the decline is structural.
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UPDATE: Marco Tullio Giordana also said it well in the 2003 film "La meglio gioventù" (The best of youth).
(in Italian)
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Are we condemned to fight over our own little slice of a shrinking cake, or will we be able to get the cake growing once again?
Still, there's a time to write, and a time to pause to listen and reflect. To start again, with renewed vigour. That's why pauses are needed, and why more will come to this blog.
Thursday, 16 July 2009
Un amaro confronto (Part III)
(in Italian)
Un ministro può rifiutarsi di rispondere alla domanda di un giornalista, deridendolo e insultandolo?
E' successo ieri, in Italia.
E' vero, ci sono Paesi in cui il suddetto giornalista sarebbe già morto, il relativo processo una farsa, e così via
Ma ce ne sono altri in cui un ministro si dimette istantaneamente per molto meno.
Noi da che parte vogliamo stare? Da quella del popolo felice di farsi prendere in giro senza battere ciglio?
Tuesday, 30 June 2009
Will social media change history? (Part II) Yes, undoubtedly
The debate on the future of traditional media is ongoing, most recently with Steve Ballmer arguing that the crisis is structural. And will continue to do so as long as the Net remains free and neutral.
On the other hand, the debate on the relevance of new media is over. Social media is definitively centerstage, having become the primary source for news from Iran.
Iranians are taking to the streets armed with their mobile phones. Hundreds of videos have been posted on YouTube from the Teheran area in the last month, defying violence and censorship.
Iranian bloggers and tweeters post around the clock, risking their lives, feeding volunteers worldwide who aggregate news and repost them in real time (like Ezekiel on FriendFeed).
Support from abroad also flows through social media, despite the Iranian government's crackdown, with a group on Facebook attracting over 160.000 supporters in 10 days...
...and Joan Baez posting 'We shall overcome' with lyrics in Farsi from her kitchen straight on YouTube.
Whether or not this is enough to topple a government remains to be seen, but social media is surely making history and contributing to democracy.
PS Yes, we have seen some hint at this in Italy as well.
Saturday, 27 June 2009
Negli ultimi giorni questo blog è stato 'chiuso per disgusto'
(in Italian)
Mentre Luca de Biase ci ricorda una verità lapalissiana ...
«Un meraviglioso dibattito sul New York Times che riguarda come i politici superano gli scandali di tipo pruriginoso. Chiedono scusa, si dimettono, si fanno perdonare. Ma nessuno fa finta di niente, in America.»
... Alessandro Gilioli ci mette di fronte a una realtà che molti non hanno colto.
«Siamo stati abituati a pensare - forse a scuola, quando ci spiegavano il fascismo - che la democrazia o c’è o non c’è. Cioè: o si vive in una dittatura, con la polizia che va nelle case degli oppositori e li trascina in galera, oppure si gode pienamente della libertà, del pluralismo, dei diritti di informazione ed espressione.
Quello che sta succedendo in questi mesi in Italia dimostra che siamo stati abituati a pensare male, o almeno in un modo vecchio.
Dittatura e libertà non sono più concetti on/off, ma poli estremi di una linea con molte fermate intermedie, concetti limiti opposti con tantissime vie di mezzo.
[...]
I giornali di destra - compreso il fighetto Foglio - sbeffeggiano a piene mani quelli che parlano di nuovo fascismo, perchè guardate quanti giornali d’opposizione, quanti siti e quanti blog, e quanta libertà d’espressione.
Certo, certo, questo non è il fascismo che conosciamo, non c’è l’Ovra, né il confino a Ventotene e nemmeno l’olio di ricino.
E’ un’altra cosa, molto più light, e il capo ha consenso popolare, eccetera.
Ma tanto bella da vedere, e da vivere, non è.»
Io ricordo dei versi tratti dal pensiero di Martin Niemoller.
«Prima di tutto vennero a prendere gli zingari
e fui contento, perchè rubacchiavano.
Poi vennero a prendere gli ebrei
e stetti zitto, perchè mi stavano antipatici.
Poi vennero a prendere gli omosessuali,
e fui sollevato, perchè mi erano fastidiosi.
Poi vennero a prendere i comunisti,
ed io non dissi niente, perchè non ero comunista.
Un giorno vennero a prendere me,
e non c'era rimasto nessuno a protestare.»
Sunday, 7 June 2009
Una domanda, una risposta. Chiedo tanto? Secondo Luca de Biase, sì
(in Italian)
Qualche settimana fa mi interrogavo: “Una domanda, una risposta. Chiedo tanto?”. Pochi giorni dopo il Times diceva di no. Luca de Biase oggi osserva lo stesso fenomeno...
«La quantità di balle, smentite, affermazioni prive di fondamento nei fatti, questioni irrilevanti e boiate è stata gigantesca nel corso di questa campagna elettorale.
E uno si domanda perché ci sia questa abnorme inflazione di nulla mentale, posto che prima o poi al confronto con i fatti le balle dovrebbero scoppiare e chi le dice dovrebbe perdere di credibilità fino a scomparire dall'orizzonte politico.»
...e argomenta invece che sì, chiedo troppo. Secondo lui la strategia delle balle in Italia oggi funziona.
E noi ne siamo contemporaneamente complici e vittime. Ma potremmo anche essere gli artefici di un futuro diverso.
Saturday, 6 June 2009
Un amaro confronto (Part II)
(da manteblog)
Ripubblico integralmente un altro post magistrale. Per la par condicio, ma soprattutto per convinzione.
«Pratiche di autostrangolamento
Ieri mi dicevano che il PD ha speso 300.000 euro per la propria campagna elettorale sul web. Devo dire che i risultati si vedono. Questa e’ la immagine in homepage ora
E questa e’ la variante creata al volo da Paolo Beneforti ieri su FF.»
Quandro avranno capito anche loro quello che è evidente a tutti comincerà a cambiare qualcosa.
Un amaro confronto
(da alfonsofuggetta.org, i link sono in parte miei)
Ripubblico integralmente un post magistrale.
«Sono in aeroporto a CVG. Leggo le notizie su Obama e su Berlusconi. Sono abbastanza stanco e queste letture da un lato mi entusiasmano e dall’altro mi deprimono.
Da un lato c’è un uomo che con compostezza, equilibrio, lungimiranza, vorrei dire saggezza, sta cercando di mettere mano a problemi gravi degli USA e del mondo nel suo complesso.
Dall’altro, dobbiamo assistere a questa telenovela fatta di foto, veline, voli di stato. Certo, non è con questo che si fa opposizione. Ma un presidente del consiglio perché si mette in queste condizioni? Non dovrebbe avere la serietà e la prudenza di comportamenti sobri, da presidente del consiglio? Nel frattempo smentisce il governatore di Banca di Italia che invece ha ragione, e ridicolizza chiunque non la pensi come lui.
È veramente una situazione triste. E non si intravede all’orizzonte nessun Obama che sia capace di avere quell’autorevolezza e quella serietà, vorrei dire, di cui avremmo bisogno.
Si parla tanto dell’antiberlusconismo e lo si critica. Certo anche Obama dice che non è dalle differenze che si riparte e si costruisce. Ma lo dice dall’alto di una autorevolezza e di una credibilità che da noi non c’è. Senza credibilità come ci si può confrontare? E nel centrosinistra quando si avrà il coraggio di parlare di soluzioni praticabili per il paese e non solo di sterili denunce o, peggio, proposte troppo spesso qualunquistiche?
Avremmo bisogno di tanta serietà che invece non c’è, nè da una parte nè dall’altra.
Questo è il problema, molto più del debito pubblico.»
Quando l'avranno capito tutti comincerà a cambiare qualcosa.
Friday, 5 June 2009
Realtà o wishful thinking?
(in Italian)
Continuiamo a farci prendere in giro e la cosa appare stupefacente a chi la guarda dal di fuori. Secondo la Repubblica la situazione è questa.
«L'ira e il silenzio
"Non leggo Repubblica da molti anni e sto meravigliosamente". Chiuso nel migliore dei mondi possibile, dove non esistono domande, non ci sono giornalisti, non arriva la stampa estera ma impazzano le sue televisioni, ieri Berlusconi ha provato a cancellare la realtà, visto che non può spiegarla.
L'immagine grottesca del potere assoluto che contempla se stesso è andata in onda per ben 47 minuti su Canale 5, nel disprezzo non solo di ogni regola - il che in Italia è consueto - ma anche di qualsiasi residua decenza, poi a Sky. Pur nei recinti protetti in cui si mostra, il silenzio del premier sulle 10 domande di Repubblica lo sovrasta, le sue contraddizioni lo inseguono, le bugie lo circondano.
Deve parlarne ogni giorno, mentre dichiara di voler tacere, deve affrontarle mentre fugge. Così, non potendo giustificare le troppe menzogne di questo "ciarpame" politico, prova a negarle, "nientificando" il reale: "Io non ho dato alcuna versione".
Poi la denuncia di un complotto internazionale, con la stampa straniera impegnata in una campagna "anti-italiana": a Berlusconi non viene in mente che sono i suoi comportamenti il vero danno per l'Italia. Infine la minaccia a Repubblica: "perderà molti lettori". Si tranquillizzi, signor Presidente. La sua ira e il suo silenzio, da soli, spiegano la nostra funzione e le nostre domande.»
PS Un lettore, ancorché temporaneo, l'hanno guadagnato e sono io. Sono gli unici, insieme al Giornale di Paolo Berlusconi, che hanno provato a fare giornalismo investigativo. Per dimostrare una tesi? Certo. Il giornalismo investigativo è proprio questo. Guai a chi non ne capisce il valore.
Wednesday, 3 June 2009
Will social media change history?
(from imb)
An interesting side effect of social media, on historians' view the past.
«There is a cliche that many people often share about history, and how it is written by the victors. The conquerors across the world, for the most part, are the ones who transcribed the history for others to read.
[...]
The history today will be different. With technology and social media, we have the effortless ability to capture our individual truth and experience in minute detail and save it on shared servers for the world to access hundreds or thousands of years from now. Ironically, this fact may make the study of history that much more complicated, as historians in the future will have many versions of truth to study and contrast.»
Note to self: remember to read this again in 2059 and post the answer.
Friday, 29 May 2009
La giustizia è uguale per tutti...a parte qualcuno?
(in Italian)
Lettera inviata in seguito alla sentenza Mills-Berlusconi dall'Avv. Maurizio Steccanella al Ministro della Giustizia On. Angelino Alfano, e postata dal figlio su Facebook.
Un genio, con le palle.
Friday, 22 May 2009
A tough call
Difficult to decide who to vote for in the forthcoming European elections, if this is how close you are to the main political parties (according to EU profiler). Are my ideas so unusual, or are Italian political parties leaving a giant gap right where I stand? ;-)
Wednesday, 20 May 2009
Yes, we can (Tiananmen Square 20th anniversary Special Edition) - At least try, it's still worth it
Today, twenty years ago, the Chinese government declared martial law in an attempt to stop the pro-democracy demonstrations that had attracted hundreds of thousands of people throughout China for over one month. IMHO, a great man who has has given hope and inspiration to millions around the world. Act remembering what Edmund Burke - allegedly - said («All that is necessary for the triumph of evil is that good men do nothing»)... ...then rate your achievements according to Leo Burnett's metrics («If you reach for the stars, you might not quite get one, but you won’t end up with a handful of mud, either.»)
During the night of 3-4 June 1989, the army made its final assault on Tiananmen Square, killing hundreds and arresting thousands and effectively ending any hope for progress.
The following day (5 June), this happened on the Avenue of Eternal Peace, Beijing.
'Tank Man' was probably executed after being taken from the tank by secret police. A fool, or a hero?
Monday, 18 May 2009
Una domanda, una risposta. Chiedo tanto? Secondo il Times, no
The Times answers my question, and puts the onus straight on Berlusconi.
“Public Duty and Private Vendetta”
Silvio Berlusconi’s attack on an Italian newspaper is a campaign to cow dissent
Silvio Berlusconi, the Italian Prime Minister, complains that he is a victim of defamation. He has rounded on La Repubblica after the newspaper challenged him to explain his relationship with an 18-year-old aspiring model, Noemi Letizia, who addresses him as “Daddy”. According to Mr Berlusconi, this is a left-wing plot to undermine his authority.
Mr Berlusconi’s complaint is blustering nonsense. He has invited derision by his promotion as candidates in the European elections of young women whose personal glamour exceeds their political knowledge. This latest stunt has provoked his longsuffering wife to demand a divorce. The questions posed by La Repubblica — about Mr Berlusconi’s involvement in the selection of candidates, and whether he has promised to assist Ms Letizia in a political or showbusiness career — are not an intrusion into private life. They relate to Mr Berlusconi’s public roles as politician and media magnate.
Mr Berlusconi’s convoluted political dealings are muddied further by his media dominance. He controls three national television channels. His campaign against La Repubblica looks ominously like an attempt to cow dissent rather than protect a private reputation. It is especially tawdry that he has used his media position to criticise his wife, insinuating that she is mentally unstable.
These are the actions of a wealthy and powerful man who treats politics and the media as fiefdoms. Mr Berlusconi has little apparent sense of the division between private interest and public duty. His newspaper critics are performing a public service for a badly governed populace.
Strongly worded and crystal clear.
Saturday, 16 May 2009
Se voi foste persone normali
(in Italian)
Moni Ovadia su L'Unità del 9/5/2009
Se foste un rom,
quella di Salvini non vi apparirebbe come la sortita delirante di un imbecille da ridicolizzare.
Se foste un musulmano, o un africano,
o comunque un uomo dalla pelle scura, il pacchetto sicurezza non lo prendereste solo come l'ennesima sortita di un governo populista e conservatore, eccessiva ma tutto sommato veniale.
Se foste un lavoratore
che guadagna il pane per sé e per i suoi figli su un'impalcatura, l'annacquamento delle leggi sulla sicurezza nei luoghi di lavoro non lo dimentichereste il giorno dopo
per occuparvi di altro.
Se foste migrante,
il rinvio verso la condanna a morte, la fame o la schiavitù, non provocherebbe solo il sussulto di un'indignazione passeggera.
Se foste ebreo sul serio,
un politico xenofobo, razzista e malvagio fino alla ferocia non vi sembrerebbe qualcuno da lusingare solo perché si dichiara amico di Israele.
Se foste un politico
che ritiene il proprio impegno un servizio ai cittadini, fareste un'opposizione senza quartiere ad un governo autoritario, xenofobo, razzista, vigliacco e malvagio.
Se foste un uomo di sinistra,
di qualsiasi sinistra, non vi balocchereste con questioni di lana caprina od orgogli identitari di natura narcisistica e vi dedichereste anima e corpo a combattere le ingiustizie.
Se foste veri cristiani,
rifiutereste di vedere rappresentati i valori della famiglia da notori puttanieri pluridivorziati ingozzati e corrotti dalla peggior ipocrisia.
Se foste italiani decenti,
rifiutereste di vedere il vostro bel paese avvitarsi intorno al priapismo mentale
impotente di un omino ridicolo gasato da un ego ipertrofico.
Se foste padri, madri, nonne e nonni
che hanno cura per la vita dei loro figli e nipoti, non vendereste il loro futuro in cambio dei trenta denari di promesse virtuali.
Se foste esseri umani degni di questo nome,
avreste vergogna di tutto questo schifo.
Meditate che questo è...
...almeno in gran parte, IMHO
Thursday, 14 May 2009
Una domanda, una risposta. Chiedo tanto?
(in Italian)
Un politico eletto dal popolo ha il diritto di avere una vita privata. Ma gli elettori non hanno il diritto di non essere presi in giro?
Veline, soubrette e compagnia bella alle Europee?
«Angela Sozio, la rossa del Grande Fratello e le gemelle De Vivo dell’Isola dei famosi, possibili candidate alle elezioni europee» «Gesto da Cavaliere. Le veline azzurre candidate in pectore» «Silvio porta a Strasburgo una truppa di showgirl» (Libero, 22 aprile)
«Non avevamo messo in lista nessuna “velina”» (Berlusconi al Corriere della Sera, 4 maggio)
E' amico del padre, Benedetto Letizia? ...
«[Benedetto] lo conosco da anni, è un vecchio socialista ed era l’autista di Craxi» (Berlusconi all'Ansa, 29 aprile)... o della figlia Noemi?
«Cado dalle nuvole. L’autista di mio padre si chiamava Nicola, era veneto, ed è morto da qualche anno» (Bobo Craxi all'Ansa, 30 aprile)
«Si rileva che il presidente Berlusconi non ha mai detto che il signor Letizia fosse autista dell’on. Bettino Craxi» (comunicato stampa di Palazzo Chigi riportato dall'Ansa, 30 aprile)
«Io frequenterei, come ha detto la signora [Lario], delle diciassettenni. E’ una cosa che non posso sopportare. Io sono amico del padre punto e basta. Lo giuro!» (Berlusconi su La Stampa, 4 maggio)
«[Berlusconi, papi] mi ha allevata (…) Lo adoro. Gli faccio compagnia. Lui mi chiama, mi dice che ha qualche momento libero e io lo raggiungo. Resto ad ascoltarlo. Ed è questo che desidera da me. Poi, cantiamo assieme. (…) Quando vado da lui ha sempre la scrivania sommersa dalle carte. Dice che vorrebbe mettersi su una barca e dedicarsi alla lettura. Talvolta è deluso dal fatto che viene giudicato male, gli spiego che chi lo giudica male non guarda al di là del proprio naso. Nessuno può immaginare quanto papi sia sensibile. Pensi che gli sono stata vicinissima quando è morta, di recente, la sorella Maria Antonietta. Gli dicevo che soltanto io potevo capire il suo dolore.». (Noemi Letizia al Corriere del Mezzogiorno, 28 aprile)
Passa alla festa per caso, o era in agenda?
«Racconto come è andata veramente. Quel giorno mi telefona il padre, un mio amico da tanti anni. E quando sa che in serata sarei stato a Napoli, per controllare lo stato di avanzamento del progetto per il termovalorizzatore, insiste perché passi almeno un attimo al compleanno della figlia. La casa è vicina all’aeroporto. Non molla. Io non so dir di no. Eravamo in anticipo di un’ora e ci sono andato.» (Berlusconi al Corriere della Sera, 4 maggio)
«La partecipazione del premier alla festa? Forse era una sorpresa per la festeggiata, ma per noi dello staff di Villa Santa Chiara non lo era affatto. Alcuni lo sapevano, secondo me, anche dal giorno prima. E poi nella mattina della domenica sono venuti gli uomini della scorta del presidente a fare una visita al locale per motivi di sicurezza, credo che si chiami la "bonifica". Anche le donne dell' impresa di pulizia lo sapevano. Alle 19 del pomeriggio, quando io ho messo piede nel locale, proprio loro mi raccontavano scherzosamente che sin dalle prime ore del mattino avevano dovuto lavorare più a fondo, più sodo, per "colpa" del presidente Berlusconi» (Pasquale Cerulli, fotografo della festa, a Repubblica, 9 maggio)
UPDATE: scopro ora la video-inchiesta di Repubblica.it. Eccola.
Le risposte non mi interessano, ma vorrei sapere chi dice menzogne tra Libero, Bobo Craxi, La Stampa, Noemi Letizia, il Corriere del Mezzogiorno, e Silvio Berlusconi. Ci sono politici che non meritano di essere votati, o giornalisti che non meritano di essere letti?
PS Provate a confrontare la puntata di Porta a Porta del 5 maggio con una puntata qualunque di HardTalk (tipo questa).
(Liberamente tratto da Pubblico-Privato: dieci domande a Berlusconi su repubblica.it, che - per la cronaca - ha un tono che non condivido)
Monday, 11 May 2009
Beatrice Borromeo - Antonio Marano 0-1 (2-1 dts?)
(in Italian)
Dopo la querelle con Bruno Vespa, Beatrice Borromeo risponde a tono un'altra volta.
Tutto nasce l'altroieri quando Antonio Marano, direttore di Raidue, ha bloccato la messa in onda dell'intervista di Daria Bignardi a Vauro e Beatrice Borromeo per «L’era glaciale». Censura preventiva o osservanza della par condicio?
In questo video, realizzato semi-amatorialmente da Daniele Martinelli e postato ieri sul suo blog e su YouTube, Beatrice riassume quanto detto dalla Bignardi, contesta la motivazione di Marano (al minuto 7.22) e commenta la vicenda.
Dopo appena 24 ore questo video risulta (in Italia):
- #1 most viewed, con quasi 70.000 views
- #1 top rated, con 5 stelle su quasi 900 votanti
- #1 top favourited
- #1 most discussed, con oltre 1.100 commenti
UPDATE 2: video #1 della settimana in Italia per views (oltre 200.000), ratings (1.300, media 4,5 stelle), favourites (614), discussions (1.850)
UPDATE 3: Beatrice invitata a Tetris (La7) a raccontare della censura, ne riparla giustamente con orgoglio anche Daniele Martinelli
Mi sembra di poter dire che la censura (imposta dalla legge o meno) per fortuna non funziona, almeno fintanto che la rete rimane libera e neutrale.
PS Non conosco i contenuti dell'intervista né tantomeno i dettagli della legge sulla par condicio. Non sono quindi in grado di giudicare nel merito la questione della messa in onda.
Tuttavia, Daria Bignardi dice “Non mi è sembrato che i due invitati abbiano detto niente che non si dica in questi giorni in altri programmi televisivi e altri contesti pubblici. Però non c'era il contraddittorio, quindi secondo le norme della par condicio la decisione dell’azienda non è contestabile”...
...mentre invece Beatrice Borromeo (al minuto 7.22) si chiede come mai l'intervento del ministro Zaia, senza contraddittorio, sia invece andato in onda.
Forse il Garante può sgombrare il campo dai dubbi?
PPS Al di là della par condicio penso che Beatrice dica molte cose condivisibili, purtroppo.
(Disclaimer: conosco Bea e spesso non la pensiamo allo stesso modo. Anche stavolta si.)
Thursday, 7 May 2009
Spinoza on Berlusconi-Lario
(in Italian)
Leggo spesso spinoza.it (è anche nel mio blogroll), ma stavolta non riesco a fare a meno di ripubblicare l'intero post. Esilarante.
Terremoto a casa Berlusconi: il G8 spostato a Macherio.
Veronica Lario si separa da Berlusconi. Beata lei che può.
"Voglio il divorzio". Persino lei è più coraggiosa di Fini!
(Gli avvocati della Lario sono attesi da un duro compito. Appena avranno finito di festeggiare)
Berlusconi si difende a Porta a porta. Aveva un'ora di tempo libero.
"Veronica è caduta in una trappola". Vent'anni fa.
Sulle minorenni il premier si difende: "Nessuna illegalità: ero consenziente".
(Ha deciso di non giurare più sulla testa dei suoi figli: rischia di mettere in pericolo troppa gente)
Dalle feste con vulcano a Porto Cervo a quelle delle ragazzine a Casoria. Questa crisi non ha pietà per nessuno.
Berlusconi ha dichiarato di non aver mai sposato la Lario. ll suo sì è stato frainteso.
Intanto alcuni parlamentari promuovono un'interrogazione sul caso Noemi. Vorrebbero il suo numero di cellulare.
Ma la madre la difende: "Mia figlia è cresciuta alla luce del Vangelo e nel mito di Berlusconi". Però Gesù si fece processare.
La ragazza: "Dimenticatemi!". Inizia già a comandare.
Vescovi perentori contro Berlusconi: "Lasciane un po' anche a noi".
La Cei chiede sobrietà a chi governa e sconsiglia di frequentare minorenni. Sanno bene che poi le cause sono lunghe e costose.
L'Avvenire ha criticato Berlusconi per la spettacolarizzazione della politica, l'assenza di valori morali e la propaganda fatta dalle sue tv a colpi di tormentoni, tette e culi. In un articolo del '94.
Emma Bonino: "Berlusconi disprezza le donne". E tutti sappiamo cosa fa chi disprezza.
(Non è che le disprezza. È che non ci sono così tanti ministeri)
Franceschini "Dal premier parole patetiche". E poi il divorzio della Lario era nel programma elettorale del Pd.
Le gaffe di Berlusconi continuano. Pare che si sia rivolto a un'assessore trentina chiedendole: "Posso palparla?". Ma sono convinto sia una montatura. Da quando in qua Berlusconi chiede il permesso di fare qualcosa?
Dell'Utri: "Le veline sono meglio di alcune giornaliste". Te la danno senza fare domande.
Lars von Trier: "Mi sono dedicato a un porno-horror per vincere la depressione". Silvio, su con la vita!
Andate a leggere anche quelli vecchi, ce ne sono IMHO di sinceramente spettacolari (anche se politically incorrect)
Monday, 27 April 2009
The evolution of media over the last two centuries (and a bold attempt at forecasting the next 10 years)
(First seen on Quinta's weblog)
Baekdal.com has a simple yet insightful interpretation of the role of media in history, challenges advertisers and PR professionals to look at the future...«Ask yourself. Are you still trying to get journalists to write about your products? Are you still making websites? Is your social networking strategy to ‘get a Facebook Page'?»
...and attempts a forecast through 2020.«In this article, we are going to take a little tour through the history of information - or more specifically where to focus efforts if you want get in touch with other people. It is really exciting time, because we are currently in the middle of the most drastic change since the invention of the newspaper.»
To put the current state of Italian media, you should probably have a look at 2002.
Yes, we can (Part X) - Starting from this
Domenico de Masi on Style (Corriere della Sera):«The greatest threat facing our country [Italy] is not really public debt, GDP decline, insecurity in urban outskirts, or lack of integration of immigrants. It's rather the widespread perception of crisis that frustrates and makes us feel directionless, holding us from designing our future. When an entire nation stops imagining its own future, someone else will do it...against it.»
It reminds me of a great quote from Quinta's weblog (originally by Davide and Luigi)«Too bad for the country that can't imagine that in 10 years' time, among its main corporations there may be some that today don't even exist.»
Any optimists out there?
Saturday, 25 April 2009
Yes, we can (Part IX) - If we bear this in mind, too
(Video in Italian)
Intervista Doppia by Le Iene to an Israeli boy from Sderot and a Palestinian boy from Gaza.
[UPDATE: if video below is removed for copyright violation, click on Intervista Doppia above.]
They live only a few kilometers from each other and couldn't have lives that are more different, and perceptions of "the other" more distorted. I have the impression that if Daniel was born in Gaza he would say precisely what Abdalla says, and viceversa.
IMHO the way in which they generalise about "the other" is the biggest obstacle to peace. Summits and treaties are pointless, unless they are supported by hundreds of projects on the field like this that ensure that Daniel and Abdalla meet and learn about who "the other" really is.
On top of that, we need two leaders of nothing less than this stature to go to the summits, sign the treaties, and tirelessly promote reconciliation before, during and after that. It doesn't seem to me that neither Bibi nor Abu Mazen suit the profile, no matter how hard Obama will push them. Let them prove me wrong.
Monday, 20 April 2009
Yes, we can (Part VIII) - If we bear this in mind
That includes each and every one of us, and has to include our politicians, our parents, our teachers, our bosses.
Dedicated to those who will be 30 in 2050, probably in a world that for the first time since centuries will not be led by the Western Hemisphere?
Good luck to us.
Wednesday, 15 April 2009
Love (I) - Roberto Benigni
I had posted this some time ago. This is an even better version.
A true poet, and a great artist.
Friday, 10 April 2009
This blog's first anniversary...and its surprising audience!
This blog was started a little over one year ago with the tagline “Me about myself”, which has since remained the true spirit of this blog. (Nothing of interest to anybody other than myself, I thought at the time.)
A couple of months later, I wrote about the unexpected audience this blog was attracting...by now, this thing has gone completely out of (my) control!
- There's been 1.450 of you, unique visitors, of which 300 have visited regularly (typically once every 1-2 weeks, which matches how often I have posted something)
- You've come from 367 different cities, from Aachen to Zurich, from Nesseby (70°8'29" North) to Melbourne (37°48'49" South)...
- ...in 47 countries across the five continents, from Argentina to the USA, including pretty much every country in Europe, North America, Oceania and the Indian subcontinent...but also Tanzania, the UAE, Singapore, China, the Philippines, etc.
- Apart from the home page, your favourite content has been my contrarian position for Luca Luciani during the Waterloo incident (here), my congratulations to Beatrice Borromeo (vs Bruno Vespa, here), the pearls of wisdom from the Value Partners retreat @ Djerba (here and here) as well as Debora Serracchiani's speech (seen all over the Web, including here)
The spirit won't change. It can't. But since I have an audience, I ought to listen! Write your comments and suggestions. What did you like? What did you think was irrelevant, inappropriate, misplaced? What can be done better? What else should this be, if anything?
PS Thank you Zampe for getting me to do this in a first place!
Thursday, 9 April 2009
A reminder for the rest of the year
(Tonight, as every year, I was inspired.)
We as one...
In every generation, each of us must see ourselves as if we, ourselves, came out of Egypt, as it is written: And you shall tell your child on that day, saying, This is what God did for me, when I came out of Egypt. (Exodus 13:8)
...and humble
Had God brought us out of Egypt,
And not divided the sea for us,
It would have been enough!
Had God divided the sea for us,
And not provided for all our needs for forty years in the desert,
It would have been enough!
Had God provided for all our needs for forty years in the desert,
And not fed us with manna,
It would have been enough!
Had God fed us with manna,
And not given us the Sabbath,
It would have been enough!
Had God given us the Sabbath,
And not drawn us close at Mount Sinai,
It would have been enough!
Had God drawn us close at Mount Sinai,
And not given us the Torah,
It would have been enough!
Had God given us the Torah,
And not brought us into the land of Israel,
It would have been enough!
May this serve as a reminder for the rest of the year.
Saturday, 4 April 2009
Italian media...online? Not here, not now (Part IV)
(from sergiomaistrello via manteblog, in Italian)
Estratto dagli Appunti da Perugia, dove si sta svolgendo in questi giorni il Festival del Giornalismo.
Non mi spiegavo gli scarsi risultati ottenuti fin qui dal giornalismo italiano su internet, nonostante la presenza di alcune professionalità eccellenti. Dopo aver seguito le prime sessioni dedicate ai new media concludo che in realtà il giornalista medio semplicemente non ha voglia. Aveva il suo lavoro, gli bastava quello. A qualcuno tocca fare il giornale online, ma il più delle volte non ha la motivazione, il talento, l’elasticità mentale. Qualuno coglie l’occasione per rimettersi a studiare, ma spesso studia le cose sbagliate oppure capisce proprio male. Chi ha le idee, il talento, la voglia, l’elasticità non è quasi mai nel posto giusto al momento giusto, oppure resta proprio fuori dal sistema. Oggi l’innovazione deve arrivare da fuori, all’esterno dei grandi gruppi editoriali, dove però non ci sono i soldi per costruire modelli che superino la buona volontà delle intenzioni e l’amatorialità dei mezzi.Avevo avuto la stessa impressione qualche tempo fa, sia pur con qualche eccezione significativa.
In bocca al lupo, giovani giornalisti...ne vedremo delle belle.
Saturday, 28 March 2009
Yes, we can (Part VII) - ...or Richard St. John's
Eight secrets for success, emerging from two years of research (courtesy of TED).
Originally sent to all Value Partners employees by Giorgio Rossi Cairo
Yes, we can (Part VI) - Follow Michael Jordan's advice...
Inspiring Michael Jordan commercial.
Or, like Nike said 20 years ago, just do it.
Simple and straightforward, no excuses.
I ♥ Internet
(in Italian)
Dal Manifesto:
Internet e il web oggi sono nella vita di miliardi di persone in tutto il pianeta. Non rappresentano un mondo a sè, ma uno strumento di cultura, progresso, impresa e comunicazione. L’utilizzo di questi strumenti non richiede nuove leggi, laddove già quelle esistenti definiscono quali comportamenti sono ammessi e quali sono proibiti. Il controllo eccessivo di Internet non solo non è tecnicamente possibile e fallimentare ovunque sia stato tentato, ma comporterebbe un’esclusione dalla costruzione e partecipazione attiva dal presente e futuro degli italiani.
Per queste ragioni il gruppo Amo Internet si oppone a iniziative legislative di controllo, come vengono effettuate con sempre maggiore frequenza in Italia. Effettuate sotto varie etichette che paiono ragionevoli a chi non ha modo di dedicare il tempo necessario per la loro analisi, guardate più a fondo ognuna di queste manifesta una natura repressiva, con effetti collaterali disastrosi per lo sviluppo sano, trasparente e legale delle tecnologie di rete in Italia. Paradossalmente sono queste stesse leggi che renderebbero le attività indesiderabili o criminali più difficilmente controllabili.
Andate e moltiplicatevi (Genesi 1:22 e poi ancora Genesi 9:1)
Wednesday, 25 March 2009
Finalmente qualcuno gliel'ha detto, brava Debora Serracchiani
(in Italian)
L'intervento di Debora Serracchiani all'assemblea dei circoli del Partito Democratico, di fronte a Franceschini & co.
Per la cronaca: questo video è di gran lunga il più visto su YouDem.tv (YouTube-like del PD), con circa 40.000 views...quasi il doppio degli interventi dei più prestigiosi esponenti del partito...già questo vorrà dir qualcosa, o no?
Aggiungo: se ci fosse questa dialettica anche nel Partito della Libertà l'Italia sarebbe finalmente un paese civile.
Tuesday, 17 March 2009
Italian media...online? Hopeless, for some (Part III)
(via Quinta's weblog, Manteblog, Nicola Mattina and Luca de Biase among others)
Davide Rossi, Chairman of Univideo (Italian Audiovisual Media industry association), recently stated in front of the Italian Parliament (free translation from Italian):
«My personal opinion is that Internet is of no use to mankind...because it hasn't solved the issue of poverty, nor that of famine.»
«The bad news is that the Internet has not and will not improve the world we live in. The good news is that it won't make the world worse either.»
Worth listening to the entire five minute speech, if only to realise how some industry leaders (amazingly?) perceive the Internet and the impact it is having on the media industry and on society in general.
Hopeless.
PS Among the flurry of insults, some of the comments on the blogs I liked above and on the YouTube video are hilarious.
Friday, 6 March 2009
Italian media...online? There's hope (Part II)
(from Piovono rane via manteblog, freely translated from Italian)
Great, if somewhat unexpected, news from Alessandro Gilioli:
“Blogs hosted by L’espresso account for roughly one third of total traffic, that (January 2009 data) was 1.232.844 unique visitors and 6.148.600 page views per month.”For readers not fully aware of the Italian media industry, Gruppo Editoriale L'Espresso is one of the major media groups, spanning from publishing to radio to TV as well as online. Its websites, grouped around the repubblica.it domain name, are constantly among the top 10 in Italy.
Even if the proportion refers to the espresso.repubblica.it domain (online version of L'Espresso) this is something everyone in the media industry should take note of, starting from journalists and advertisers.
(Yes, that's you. Your audience is moving, rapidly. Do you want to lead, or play catch-up?)
It would be extremely interesting to have similar data for similar websites...anyone?
Wednesday, 25 February 2009
Regulating Digital Media
Regulators and politicians worldwide have recently come up with all sorts of attempts and proposals to regulate P2P file sharing, enforce IP rights on digital content, punish unruly behaviour (e.g. PirateBay). So far, little progress has been made:
- Lots of arguments between stakeholders (see, for example, this from Quintarelli)
- Little agreement on what the debate is about (this, again from Quintarelli, who's been very vocal about the issue, especially on his Italian blog)
- ...and very little meaningful progress.
After all, when refrigerators became affordable (1927), consumers (families) could access new ingredients, created new recipes, and ultimately had much richer meals at home, while businesses and professionals (such as restaurants and restaurant chefs) certainly had to adapt to the new environment.
- Restaurant chefs, for example, now publish recipe books (instead of asking regulators to uphold their IP rights over a recipe and try to prohibit everyone else from "copying" it!)
- Restaurants surely had to diversify their offer: more sophisticated, exotic, or otherwise "special" (instead of asking politicians to ban the use of refrigerators at home!).
I think so, and maybe artists and media companies would do better if they spent more time researching alternative business models, rather than fight a battle that they can't seem able to win.
Thursday, 19 February 2009
Doing business
(from Manteblog, freely translated and adapted)
An anonymous entrepreneur recently said:
The Company must negotiate with the unions. The Company must talk to the Tax Authorities. The Company must listen to employees. Now it must also engage in "conversations" with the market. How about spending my time to find customers and do business?
As those who know me are aware of, I'm a big fan of Enterprise 2.0 business models, Corporate Social Responsibility, etc but never forget all of these smart ideas are a better way to do business (and more), never a goal in themselves.
Linking social responsibility, business agility, etc. to business results - that's what it's all about.
Tuesday, 17 February 2009
Cool music: Matze Knop - Numero Uno
I find it funny&cool!
Full song lyrics (hilarious!) below.
Fritti, Scampi, et Chianti, calamari
Luca sei per me - NUMERO UNO
Cannelloni, Luca Toni, Pepperoni
Luca sei per me - NUMERO UNO
Bella Donna, Mama Mia, Alimente
Ciao Ciao, Roma Roma, Ribery, Amore Mio
Mozzarella, Mortadella, Mit Nutella
Luca sei per me - NUMERO UNO
Prego, Foul an Luca Toni
Simulazioni, Stehe wieder auf (hey)
Prego, Luca Tore mache, Und bei Jubel lache, Campioni LUCA TONI
Zabaione, Minestrone, Oben Ohne
Luca sei per me - NUMERO UNO
Italiani, trifft Germani, große Klappe
Luca sei per me - NUMERO UNO
Bella Donna, Mama Mia, Alimente
Ciao Ciao, Roma Roma, Ribery, Amore Mio
Amaretto, Rigoletto, Benedetto
Luca sei per me - NUMERO UNO
Prego, Aqua minerale ,Grappa speziale
Cozze vongole
Prego, Foto di panini, Schicker Lamborghini, Luca Toni kriegt Millioni
Tortellini, Cappuccini, Con Martini
Luca sei per me - NUMERO UNO
Luca Toni, Telefoni, Berlusconi
Chiama qui per te - NUMERO UNO
Bella Donna, Mama Mia, Alimente
Ciao Ciao, Roma Roma, Ribery, Amore Mio
Schwarze Haare, Viel palare, Calcio di mondiale ma per me - NUMERO UNO
Welcome to the news of the world:
Colero ma-kio mio millo piascolo piccolo, no, Monaco di bavaria, Campioni del Mondo, no, EM ausgeschieden, no che bello, no, alora che bello
Gool de Luca Toni!!
Tortellini, Cappuccini, Con Martini
Luca sei per me - NUMERO UNO
Luca Toni, Telefoni, Berlusconi
Chiama qui per te - NUMERO UNO
Bella Donna, Mama Mia, Alimente
Ciao Ciao, Roma Roma, Ribery, Amore Mio
Schwarze Haare, Viel palare, Calcio di mondiale ma per me - NUMERO UNO
Caro Epifani, vuole anche le mutande?
(in Italian, again)
Scrive Giampiero Mughini su Libero, ripreso da Dagospia:
Caro Guglielmo Epifani, da segretario della Cgil lei ha chiesto ieri un aumento delle tasse su coloro che hanno redditi superiori ai 150mila euro lordi annui. Né mi pare lei distinguesse tra redditi professionali (ottenuti con la quantità e la qualità del proprio lavoro) e redditi provenienti, che so io?, dal fatto che tuo padre ti ha lasciato dieci appartamenti da cui ricavi un fitto senza fare una beata acca. Lei parla di "ricchi" in astratto, di gente che deve essere spremuta ulteriormente perché ne siano avvantaggiate le "divisioni" sociali che lei rappresenta.
Spremuta ulteriormente, ossia oltre il 50 per cento di prelievo fiscale attualmente in corso. Sono uno degli italiani che dichiarano al fisco un reddito superiore ai 150 mila euro lordi l'anno, e dunque la sua proposta (o meglio la sua minaccia) mi tocca personalmente. Dirò di più, mi tocca al punto da prenderla come un'offesa al mio lavoro e al mio curriculum professionale. Vengo e mi spiego.
I SOLDI DAL CIELO
Noi non ci conosciamo personalmente. Mi dicono che lei è una persona garbata e ragionevole. Ci siamo intravisti un attimo, il giorno in cui la Camera del lavoro di Roma a Corso d'Italia ospitava la bara con il corpo di Vittorio Foa, e ci siamo scambiati un cenno di saluto. Non so bene se lei abbia mai lavorato in vita sua, fermo restando che io non considero lavoro le riunioni di fazioni e i comizi e quelle altre cose lì di voi politici di professione.
Non che sia meno del lavoro, il vostro fare è un'altra cosa dal lavoro. Del vendere il proprio lavoro a un committente e patteggiarne il prezzo e farselo pagare. Perché di questo le voglio parlare, a farle capire l'offesa insopportabile che mi viene da uno che vuol prelevare ancor di più del 50 per cento dal reddito professionale.
Il reddito professionale, caro Epifani, non è che ti cada dal cielo. È la foto di quello che hai fatto nella tua vita di lavoro e di quanto stai facendo nel presente. Il mio reddito professionale è la foto di quattro lavori che accumulo, mettendoci tutti i sabati e le domeniche, prendendo non più di dieci giorni di vacanze l'anno, lavorando a Pasqua e a Ferragosto, ma anche alle dieci di sera, quando riscrivo per la decima volta un capoverso del libro che sto per consegnare.
Non una lira del mio reddito viene da partiti, sindacati, logge massoniche, fazioni o "appartenenze" di un qualsiasi tipo. Mi viene da committenti che hanno chiesto il mio lavoro e che sono disposti a pagarlo quanto si addice a un lavoro di buona (forse di ottima) qualità. Se io consegno a Libero un articolo che fa schifo, quell'articolo finisce in un cestino e non mi viene pagato.
Se consegno alla Mondadori un libro che fa schifo, quelli me lo rimandano indietro senza darmi un euro. Se vado in televisione a chiacchierare, e balbetto o le sparo grosse o comunque la linea dell'ascolto va giù in quel momento, per me è bell'e chiusa. Questo lei lo capisce, Epifani? Lo ha mai fatto, di vendere il suo lavoro e di dover combattere a farselo pagare? Lei sa che cos'è una fattura Iva?
È che tu hai lavorato ad esempio il 14 febbraio e dunque emetti fattura il 14 febbraio. Secondo le regole del fisco italiano, è come se tu il 14 febbraio avessi incassato e i soldi della prestazione e l'Iva. Tanto che dopo un mese quell'Iva la devi restituire allo Stato. Ebbene oggi è grasso che cola quando un'azienda ti paga a quattro mesi di distanza dalla tua prestazione.
Lei si è mai trovato in una situazione del genere? Lunedì prossimo, il 16 febbraio, scatta la prima scadenza Iva del 2009. Ovvio che la buona parte dei soldi da me fatturati entro a questo periodo fiscale io non li ho visti né da vicino né da lontano. Non importa, pagherò.
DOVERE DI CITTADINO
Farò il mio doloroso dovere di cittadino e di contribuente. La parola "solidarietà" di alcuni babbei si gonfiano le gote da mane a sera, io la pratico all'essenziale. Versando allo Stato, e dunque in modo che venga redistribuito alle fasce deboli o meno fortunate della società, il 50 per cento del mio reddito, il 50 per cento del cachet che mi sono conquistato in 40 anni di lavoro. Ovvio che quel cachet è molto più alto di quando arrivai a Roma con seimila lire in tasca, nel 1970, e scrissi un articolo che mi costò una settimana di lavoro e che mi venne pagato 11mila lire lorde.
Ma non è che in quell'occasione io chiedessi aiuto alla Cgil o alla loggia P2. Era una regola del mercato: ero giovane e acerbo, loro valutavano che le righe con la mia firma valessero 11mila lire. Così come è una regola del mercato che oggi il mio cachet sia almeno 50 volte superiore. Non mi hanno regalato nulla, caro Epifani. Ci ho messo del mio, nella qualità e nella quantità.
E adesso che nessuno mi rompesse ulteriormenete i coglioni. Lo diceva il comunismo leninista, 50 per cento a te, 50 per cento allo Stato. Non lo vorrei proprio un comunismo epifanista che andasse oltre quel 50 per cento. Buon lavoro.
Aggiungo: quand'e' che la nostra amata classe dirigente capisce che tassare il presente in modo miope e' il miglior modo di tarpare le ali al futuro della nostra societa'?